Mi metto a parlare con un ragazzo riservato e tranquillo, si chiama Marco.
Anche lui, prima di me, aveva dovuto la fortuna di scegliere un nuovo nome da abbinare a quello splendente, emozionante, prezioso naso rosso. Lui era Il Pimpa*
* Ve lo ricordate? Lo abbiamo conosciuto nel suo primo servizio a Varese.
Mi dice che sta iniziando una raccolta fondi per sostenere centinaia di famiglie che vivono in un luogo del mondo remoto e dimenticato da tutti.
Mi sa che sono finito proprio nel posto giusto! E posso dire che a distanza di 10 anni non mi sbagliavo!
Da Il Pimpa ho imparato che non è tanto quanto fai, ma come lo fai e perché lo fai.
Ho imparato ad affrontare la vita col sorriso e che spalleggiare è spesso più importante e più bello che essere protagonista.
Il Pimpa ti insegna ottimismo, umiltà, autoironia e che far sorridere un bambino è la ricompensa più bella che potrai mai avere.
Il Pimpa, nato tra I Colori del Sorriso, ha scelto di colorare il mondo dei bambini e guardare le nostre stesse stelle dalle zone di guerra. Con le sue parole arriva dritto al nostro cuore:
“Perdere la propria terra.
Perdere la propria casa
Perdere tutto!
Mamma, Papà, Fratelli, Amici…
Sogni, Meraviglie… Senso di Vita.
Perdere la parola.
Perdere lo sguardo.
Perdere il contatto.
Perdere quel brillare, che al fondo, rende vivaci gli occhi.
Perdere il controllo, dei gesti incontrollati.
Palpito di cuore
Battito di ciglia
Voglia di respirare…
Perdere…Senza alcuna possibilità di rivincita.
Tutto questo è la Guerra…”
Ma per darsi forza il motto è: “Il sorriso di un bimbo vale una Vita…Se solo un bimbo uscirà vivo da queste mura, avremo vinto la guerra!”.
E a volte la guerra si vince, come quella bimba che viene estratta miracolosamente viva dalla propria casa, viene operata, dichiarata guarita, ma non parla.
Come estremo tentativo, i dottori chiamano il clown, chiamano Il Pimpa…
“Metto il naso
Entro nella camera,
la bimba mi guarda,
sorride…
parla.
In quell’attimo di parola, l’aria ha cambiato profumo!
L’esplosione di gioia, vita, speranza è stata deflagrante!
È stato come il gol di Grosso in Italia-Germania o il momento finale in cui tutti urlano contro il cielo…
Quella camera è diventata un’oasi di pace per tutti noi, ospiti…di quel mattatoio infernale”.
Cit. Marco Rodari, La guerra in un sorriso.