Prendete tanta passione, prendete un entusiasmo incontenibile, prendete un progetto che vi fa battere il cuore e vi fa volare lontano.
Poi prendete un gruppo di nasi rossi, prendete la maschera più piccola del mondo e dei camici super colorati.
E la cosa straordinaria è che questi nasi rossi probabilmente non si conoscono, arrivano da regioni diverse, da VIP lontane, ma hanno lo stesso obiettivo e vogliono realizzare lo stesso sogno, lo stesso progetto.
Al primo incontro ne seguono altri dove il viaggio e la missione vengono studiati nei minimi dettagli. Si prendono i contatti con le persone che in loco ci possono aiutare, si analizzano le strutture che si andranno a visitare, si decidono le tappe e le attività che si faranno.
Ci si forma, si studia.
Un lavoro intenso e preciso perché bisogna sfruttare il tempo al massimo per toccare più anime possibili.
In certe strutture si entra in punta di piedi, con gli occhi, con le mani e con il cuore pronti (e mai pronti) a tutto.
Nel progetto Gornja, per esempio, le situazioni che ci troviamo davanti sono spesso difficili da accettare, ci sono bambini e ragazzi con malformazioni serie e molto gravi.
Si impara a guardare oltre l’aspetto fisico, oltre l’apparenza, e a vedere l’amore.
Con i Gornjolini, o Rose Blu, come li chiamiamo noi, si organizzano giochi, bolle di sapone, musiche e canti e, sotto le direttive degli educatori, si svolgono, percorsi sensoriali o attività di pet therapy; ma si aiuta anche il personale ad imboccare i ragazzi durante i pasti e ad assisterli durante i bagnetti.
Con i ragazzi che non possono uscire dalle stanze e neanche alzarsi dai letti, sfoggiamo dei piccoli giochi, usando solo gli occhi, le mani e la voce. In alcuni casi non è neanche necessario parlare, gli occhi e le mani arrivano diretti.
Rimangono nel cuore:
Le passeggiate nel grande parco del Castello con Antonio, Anabela, Valentin
Le canzoni di Nina
Le urla di Mate
Le fughe di Philip
Le immagini rimangono scolpite nel cuore e tatuate sulla pelle indelebilmente.
Le emozioni che nascono sono come un fuoco e a volte si fa fatica a domarle.
In quel luogo, in quei luoghi “complicati” succede qualcosa di miracoloso: Esserci dona una serenità, una gioia e una pace interiore che diventa impossibile non tornare.