Eccoci alla prima mattina di corso. A proposito, come s’intitolava?
Ops, chi se lo ricorda e forse poco importa.
Probabilmente è sabato mattina e avremmo preferito dormire, ma ci si trova-ritrova; a volte insieme a braccia amiche pronte ad avvolgerci ed abbracciarci; altre volte di fronte a volti nuovi, con sorrisi stampati, come bloccati dall’agitazione e dal timore di non sapere quello che accadrà; altre volte ancora incrociamo sguardi curiosi desiderosi di conoscerci e di giocare insieme al gioco della vita.
Cosa si farà? Cosa mi faranno fare? Davanti a tutti? E se non riesco?
In effetti io sono già bravo, cosa son venuto a fare qui?
Ora stop ai dubbi che nascono nelle nostre testoline!
Ci si saluta, il ghiaccio si scioglie e, seguendo attentamente le indicazioni del formatore, si iniziano le attività.
In poco tempo, il corpo si rilassa, il respiro rallenta e la mente si allontana dai pensieri quotidiani. Ci si ritrova nel presente, si inizia a godere di un momento sospeso, più consapevole, dedicato solo a noi stessi e, piano piano, ai nostri compagni.
Ritorniamo alla dimensione del viaggio, a quel cammino che con passi incerti è iniziato al corso base. Al solo pensiero i nostri occhi si illuminano e dentro di noi nasce un sorriso di fiducia: sappiamo di essere nuovamente in un’area protetta e privilegiata alla ricerca di noi stessi, alla scoperta di altre nostre infinite, sorprendenti ed inaspettate sfaccettature.
Manca quasi il fiato!
Gli esercizi che si fanno sono così tanti che, alla fine della giornata, non ce li si ricorda neanche tutti. Le ore passano, in certi momenti molto velocemente, in altri momenti fin troppo lentamente e dopo aver giocato, riso e pianto, torniamo a casa.
Siamo stanchi, provati, in qualche modo svuotati, ma siamo anche leggeri.
I nostri polmoni, tutto il nostro corpo continuano a respirare le sensazioni che ci hanno attraversato.
Riviviamo i momenti in cui ci siamo sentiti goffi, impacciati, a disagio e incapaci. Non è facile imparare a non giudicarsi e non sentirsi giudicati, ma grazie ai nostri compagni impariamo a farlo. Ci siamo specchiati negli sguardi che abbiamo incrociato e lì dentro abbiamo trovato e scoperto parti di noi stessi.
La meraviglia di incontrarCi negli altri.
Le sensazioni indelebili
I legami che ci accompagneranno negli anni a venire
Le paure ed il coraggio di superarle
Concedersi di sbagliare
La leggerezza del claun
I corsi specialistici, sia quelli brevi nella propria Vip che i residenziali con altri formatori, hanno tanti preziosi ed indelebili effetti collaterali, che riaffiorano anche dopo molto tempo.
Vi lasciamo con un ricordo speciale:
quel corso non era tenuto da un claun, ma da un personaggio molto distante da noi e per certi tratti rude nel suo essere, pratico, pragmatico.
A quel corso chiese di partecipare un Claun che vive su una bellissima sedia, di lì si sposta raramente, ma per quel corso chiese esserci.
Come detto non sai cosa aspettarti dai corsi specialistici, ma io chiesi a Michele “Può partecipare anche se…?”
La risposta fu questa “Sarai le sue gambe”.
Cosa successe da quel momento in poi non fu importante, ma fu un corso specialistico, molto special…istico.
E se non potrò correre
e nemmeno camminare
imparerò a volare
R.Vecchioni